Cosa accomuna le missioni spaziali con la ricerca sul cancro? A me l'onere di raccontarlo.

I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio esterno alle quali è esposta la Terra come qualunque altro corpo, ad esempio i satelliti o gli astronauti in orbita. La natura dei raggi cosmici è molto varia, così come varia è la loro origine: provengono dal Sole, da altre stelle o da fenomeni molto potenti come Novae e Supernovae ed oggetti remoti come i Quasar.

La radiazione spaziale è composta da protoni e da tutti gli elementi chimici, viaggia ad una velocità vicina a quella della luce, quindi con grandissima energia, può entrare nel corpo umano e persino danneggiare il DNA.

Una volta che gli astronauti si avventurano oltre l'atmosfera protettiva della Terra, possono essere esposti alle particelle cariche di alta energia dei raggi cosmici galattici e degli eventi particellari solari. Gli effetti biologici risultanti sono poco conosciuti ed il rischio implicato è soggetto a grandi incertezze. L'obiettivo principale dello Space Radiation Program Element (SRPE) della NASA è sviluppare la base di conoscenze richiesta per prevedere con precisione e gestire in modo efficiente il rischio di radiazioni del volo spaziale umano. Le radiazioni ionizzanti viaggiano attraverso i tessuti viventi, depositando energia che provoca danni strutturali al DNA e altera molti processi cellulari. La ricerca mira a ridurre le incertezze nelle previsioni del rischio per il cancro e i rischi acuti da radiazioni. Mira inoltre a fornire i dati e le conoscenze necessarie per sviluppare modelli di proiezione del rischio per il sistema nervoso centrale e altri rischi degenerativi dei tessuti e far progredire significativamente la comprensione dei meccanismi del danno biologico che sono alla base dei rischi per la salute provocati dalle radiazioni.

Questa ricerca si pone l'obiettivo di fornire un contributo sostanziale alla base scientifica per l'eventuale sviluppo di contromisure biologiche.

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